1 ottobre 2008

AAA credito cercasi (di Piero Carducci)

Insufficienti le politiche regionali per il credito
AAA: credito cercasi
di Piero Carducci (Economista)
In Abruzzo il 95% delle imprese ha meno di 10 addetti e l’80% ha solo il titolare. Il nanismo industriale costituisce un gravissimo problema per la nostra economia: le imprese abruzzesi sono veramente troppo piccole per investire in ricerca&sviluppo, in formazione ed innovazione, per muoversi sui mercati internazionali e per poter avere il sufficiente potere contrattuale con le banche per quanto riguarda l’accesso ed il costo del credito. In alcune aree, come l’aquilano e le aree interne in generale, al nanismo della piccola impresa si accompagna pure la progressiva riduzione del numero delle grandi imprese. Il quadro generale appare quindi problematico: grandi imprese che diminuiscono, piccole imprese che aumentano ma fanno fatica a reggere la competizione, sottocapitalizzate, scarsamente innovative e sottodimensionate. Moltissime piccole imprese abruzzesi operano poi in settori, come quello edilizio, fortemente soggetti all’andamento della congiuntura generale e dei tassi di interesse: dopo un boom durato oltre dieci anni, in questi mesi l’edilizia si è fermata, sotto il duplice effetto dell’aumento del costo dei mutui (che scoraggia le famiglie ad indebitarsi per l’acquisto della casa) e dell’aumento del costo dell’indebitamento (che scoraggia le imprese a nuovi investimenti). Il grande problema è proprio quello di cosa fare per sostenere la crescita (dimensionale e numerica) delle nostre piccole imprese autoctone. Imprese come Micron e Sevel, infatti, crescono e prosperano nonostante l’assenza di politiche regionali efficaci, e dispongono di tutte le risorse per affrontare con successo la competizione internazionale. Le piccole imprese, invece, non ce la fanno da sole, ed abbisognano di strumenti selettivi ed efficaci di politica regionale. E’ nota la distanza che ci separa dall’esperienza di altri Paesi, in cui è diffuso l’utilizzo di forme di assistenza al momento della nascita di un’intrapresa, mentre in Abruzzo il sistema pubblico scoraggia più che incentivare ogni iniziativa imprenditoriale. Tra i problemi della piccola impresa, certamente non l’ultimo, c’è il difficilissimo rapporto tra imprese e banche. Soprattutto ora: dopo la crisi dei mutui americani è finito il lungo periodo dei bassi tassi d’interesse ed il costo del denaro è destinato a crescere ancora. L’evidenza empirica del problema creditizio è quella vissuta giornalmente dai nostri imprenditori e costituisce oggetto e contenuto di continue indagini, ma veramente di pochi fatti. La provincia di Bologna ha il costo del denaro più basso d’Italia, Vibo Valentia il più alto. Mediamente un imprenditore del Sud paga il denaro 5 punti percentuali in più rispetto ad un imprenditore del Nord. Tra le 103 Province italiane, quelle abruzzesi si collocano rispettivamente: L’Aquila al 67°, Chieti e Pescara al 71° e 72° posto, Teramo al 74° posto. In Abruzzo, il costo del denaro è di circa il 2,6% più elevato rispetto a quelle del Nord. In una fase di difficoltà della piccola impresa, tale ulteriore fattore rischia di rappresentare un freno alla crescita. I processi di acquisizione-fusione conosciuti dalle banche italiane, hanno depotenziato di fatto il sistema creditizio abruzzese. In un periodo in cui si analizzano i processi di finanziarizzazione e globalizzazione dell’economia, si è amplificata la domanda di "banca locale" da parte degli operatori economici e si è riconsiderato il ruolo del territorio come luogo dove si formano reti materiali e immateriali, si concepiscono strategie, si sviluppano saperi e non solo come luogo di produzione. Il sistema creditizio non è "neutrale" nello sviluppo regionale, anzi riveste un ruolo centrale come fattore di sviluppo e "istituzione" di sostegno alla crescita delle piccole imprese. Considerato pure che il sistema creditizio attua un’azione selettiva nelle possibilità di accesso al credito da parte delle imprese, è importante che la Regione si senta impegnata nell’attuazione di strategie e azioni in grado di colmare il gap del costo del danaro per fornire alle nostre imprese quelle pari opportunità necessarie per affrontare la crescita competitiva necessaria.
La regione deve realizzare, in particolare, politiche specifiche volte al rafforzamento della struttura patrimoniale della piccola impresa. E’ acclarato che la piccola impresa abruzzese per poter essere maggiormente competitiva, deve investire in qualità. Le politiche pubbliche devono essere tese al rafforzamento patrimoniale promuovendo strutture consortili, prestiti partecipativi, strumenti alternativi di finanziamento finalizzati a realizzare investimenti produttivi. Altre regioni hanno sperimentato con successo forme di intervento per migliorare la capitalizzazione e sostenere i piani industriali, quali i fondi di "private equity", i fondi di rotazione e sviluppo, ecc. Gli strumenti non mancano certo, occorre la volontà politica ed una burocrazia selezionata non per parentela e appartenenza partitica, ma per professionalità e vicinanza alle esigenze del mondo produttivo. Le politiche pubbliche devono trovare un riscontro nei piani aziendali, premiando quelle imprese che dimostrano di saper raggiungere obiettivi di politica economica assunti come “stelle polari” dalla regione (le innovazioni di prodotto e di processo, l’incremento dimensionale, l’internazionalizzazione, la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione, ecc.). Più in generale, l’Abruzzo deve reagire alle crescenti difficoltà compiendo un salto di qualità e nello stesso tempo di discontinuità dall’attuale modello di sviluppo, e rafforzare un modello basato sul valore e sulla valorizzazione dell’economia della conoscenza. Tutta la manifattura abruzzese, con poche eccezioni, deve riposizionarsi su prodotti di maggiore qualità, esaltando i vantaggi comparati dei singoli “sistemi locali”: la sostenibilità dello sviluppo, la disponibilità di capitale umano, la possibilità di integrare i sistemi locali industriali con le filiere agricole, della pesca, del turismo e della cultura. La Regione dovrà fare di più, molto di più. Anche in questo campo. E credo che sia auspicabile l'adesione della nostra Regione alla costituenda Banca del Sud, progetto importante al quale sta lavorando il Sen. Fabrizio Di Stefano ed il "Cantiere Abruzzo". L'argomento del credito richiede una seria riflessione sull'argomento, ma soprattutto quei fatti che il mondo produttivo attende da troppo tempo.

Piero Carducci

27 settembre 2008

CANTIERE ABRUZZO INCONTRA MONDO ACCADEMICO E IMPRENDITORIALE

“Soddisfazione per l’incontro aperto che Cantiere Abruzzo ha tenuto oggi a Pescara” è stata espressa dal Sen. Fabrizio Di Stefano. “La qualità degli interventi degli autorevoli docenti universitari ed esponenti del mondo imprenditoriale che hanno raccolto il nostro invito - ha sottolineato il senatore del Pdl - testimonia una volta di più l'importanza di un confronto serrato e continuativo tra politica, le istituzioni e la società abruzzese”.
Tra i contributi, quello del professor Prof. Gaetano Bonetta, ordinario di Pedagogia Generale e preside della facoltà di scienze della formazione dell’università di Chieti, che ha messo l’accento sull’importanza strategica di una “nuova identità della formazione professionale come elemento cardine per il futuro della nostra regione”.
Di federalismo regionale e fiscale si è occupato invece il prof. Romano Orrù, docente di diritto pubblico all'università di Teramo, che ha sottolineato la necessità di “dare agilità alla macchina pubblica in un sistema in cui il merito torni ad essere protagonista”.
Il prof. Ferdinando Romano, ordinario alla Sapienza di Roma, ha messo in evidenza “il coraggio di fare riforme vere della sanità, senza fermarsi – come nel piano sanitario regionale – a iniziative di mera immagine. Quel che occorre è una Asl unica territoriale con l’aziendalizzazione delle strutture ospedaliere attraverso multipresidi o presidi unici, una più efficiente politica di controllo sulla spesa e di responsabilizzazione dei manager. Chi sbaglia - ha concluso - deve andare a casa”. Sulla stessa linea d’onda l’avv. Massimo Cirulli che, “per ridurre gli sprechi e migliorare la qualità dei servizi ha proposto un ambito unico per il sistema integrato delle acque con una progressiva integrazione con il ciclo integrato dei rifiuti e delle società di gestione”.
“Le imprese sono in ginocchio e il sistema energetico e infastrutturale è troppo rudimentale – ha fatto presente Gennaro Strever, presidente regionale dell’Ance – per favorire l’insediamento di aziende tecnologicamente avanzate”.
“Per affrontare una situazione grave come quella che sta attraversando l’Abruzzo non occorrono libri dei sogni ma programmi concentri e rispetto delle regole, da parte dei politici ma anche degli imprenditori” ha detto Fabio Spinosa Pingue, presidente dei giovani imprenditori.
L’economista Piero Carducci si è soffermato sulla necessità di reperire risorse europee per l’innovazione ha concentrato il proprio intervento. “Il problema di fondo dell’Abruzzo – ha detto Carducci – è la minore produttività della nostra regione rispetto alle altre e tale sfida si può vincere solo innovando e risparmiando risorse al tempo stesso”.
Lorenzo Di Flamminio, vice presidente della Compagnia delle Opere, ha sottolineato l’importanza “dello sviluppo dell’impresa sociale e del no profit attraverso il criterio della sussidiarietà, metodo per una democrazione migliore. “A tal riguardo la Regione deve fare molti passi in avanti rispetto al recente passato”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti, tra gli altri, Anna Maria Lanci, presidente regionale della Confcooperative, Giuseppe D’Amico, direttore regionale di Confindustria, e Patrizio Schiazza, presidente regionale dell’associazione ambientalista Ambiente e/è Vita.
Nei prossimi giorni Cantiere Abruzzo tornerà ad affrontare altri temi nei previsti incontri con il mondo della cultura e del volontariato.

25 settembre 2008

Cantiere Abruzzo "incontra" il mondo accademico e imprenditoriale


"Cantiere Abruzzo", il laboratorio di idee fortemente voluto dal Sen. Fabrizio Di Stefano e finalizzato a dare un nuovo slancio alla politica regionale, ha organizzato un'assemblea aperta nel corso della quale saranno illustrati alcuni dei punti programmatici elaborati sinora e raccolti ulteriori spunti di riflessione. All'incontro, che si terrà sabato 27 settembre p.v. alle ore 10,00 a Pescara presso il Museo Vittorio Colonna in Piazza 1° Maggio n. 10, parteciperanno con interventi qualificati e qualificanti autorevoli rappresentanti del mondo culturale, accademico e della produzione.
"La disponibilità a partecipare a un progetto di crescita del nostro territorio offerta da numerosi docenti universitari ed esponenti del mondo imprenditoriale - ha sottolineato il Sen. Di Stefano - testimonia come la nostra iniziativa abbia colto nel segno e come, anche successivamente al momento elettorale, vada necessariamente manutenuto aperto e soprattutto vivo un luogo di confronto tra politica e società abruzzese".

16 settembre 2008

Di Stefano: governare è la prova più difficile (da Il Centro d'Abruzzo)


«Le elezioni regionali rappresentano un passaggio determinante per le sorti dell’Abruzzo: la vera sfida non sarà sul risultato elettorale ma sulle cose da fare all’indomani della chiusura delle urne e, soprattutto, sulla capacità del nuovo governo di godere dell’autorevolezza necessaria a gestire la delicata fase che ci attende» è la riflessione del senatore Fabrizio Di Stefano, coordinatore regionale di An, circa la scadenza elettorale d’autunno.
«Con la prossima legislatura ci giochiamo il futuro della nostra Regione, per cui dobbiamo rivedere totalmente l’approccio utilizzato sino ad oggi ed essere artefici di un rinnovamento che non passi soltanto dai volti delle donne e degli uomini che andranno a sedere sui banchi del prossimo Consiglio, quanto piuttosto sul metodo di gestione della cosa pubblica: abbiamo bisogno – oggi più che mai – di rigore, trasparenza, di capacità di ascolto dei problemi dei cittadini e dei territori» spiega Di Stefano.
«Soprattutto – prosegue l’esponente di An – dovremo calcare la mano sul concetto di questione morale, intesa come la somma tra l’onestà e la competenza, da un lato perché, dopo le ben note vicende giudiziarie, l’Abruzzo ha bisogno di poter riprendere a marciare a testa alta, dall’altro perché vanno definitivamente spezzati i meccanismi che impediscono alla macchina amministrativa regionale di camminare celermente e secondo principi di efficienza ed economicità».
Quanto al candidato presidente, poi, Di Stefano ribadisce che «prima dei nomi è importante concentrarsi sui programmi: è per questo che abbiamo voluto promuovere l’iniziativa Cantiere Abruzzo che, in poco più di un mese di vita, ha avuto incoraggianti riscontri, andati ben oltre ogni ottimistico auspicio, con oltre duemila contatti e centinaia di contributi, commenti e opinioni, segno evidente di una voglia non sopita di partecipazione che proviene dalla società».
«Dalle proposte raccolte con tale iniziativa – continua il senatore – è emerso che le priorità si chiamano ripresa economica e incremento occupazionale, tagli agli sprechi e risanamento dei conti pubblici, valorizzazione e sostegno delle produzioni agricole, attenzione per l’ambiente, riordino degli enti strumentali e delle aziende regionali, riequilibrio territoriale».
«Tra queste proposte – ricorda Di Stefano – anche quella di far partecipare l’Abruzzo alla fase di costituzione della Banca del Sud: agganciare la Regione allo strumento finanziario fortemente voluto dal governo Berlusconi, infatti, è una opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire».
«Cantiere Abruzzo, passata la fase elettorale – annuncia Di Stefano – darà vita a una scuola di formazione permanente cattolica rivolta in particolare ai giovani, ma non solo, che vorranno impegnarsi per il rinnovamento della politica: una palestra culturale in cui insegnare, come ha sostenuto monsignor Fisichella, l’importanza di coniugare la laicità dello Stato con il rispetto di posizioni basate su principi etici che non sono confessionali ma appartengono alla morale naturale».
«È evidente che ogni idea – conclude Di Stefano – cammina sulle gambe delle persone, per cui mi sono sentito lusingato e reso disponibile rispetto all’invito che le locali federazioni di An, unanimemente, mi hanno rivolto e su cui c’è stato anche l’avallo dei vertici nazionali del partito; oltre quella di An, però, ci sono altre candidature sul piatto e ognuna di esse – da Scelli a Piccone, da Pagano a Chiodi, da Tagliente ad altri ancora – è valida e sta a testimoniare la qualità della classe politica del centro-destra: da parte mia, al di là dell’investitura o meno di Roma, ci sarà impegno totale così come di tutta Alleanza Nazionale, che metterà al servizio della coalizione le sue riconosciute doti di radicamento territoriale e di capacità di parlare al cuore della gente».
Articolo pubblicato su Il Centro di oggi

15 settembre 2008

Cantiere Abruzzo: Sì alla Banca del Sud


“Grande soddisfazione per gli incoraggianti riscontri, che vanno ben oltre ogni ottimistico auspicio, alla nostra iniziativa di Cantiere Abruzzo”. Ad esprimerla è il promotore della stessa, il Sen. Fabrizio Di Stefano, che – nel corso di una conferenza stampa tenutasi sabato 13 settembre alle ore 11.45 a Pescara – ha sottolineato “gli oltre 2.000 contatti e le diverse centinaia di contributi ricevuti, commenti, opinioni e proposte ricche di spunti. Neanche noi ci aspettavamo una così forte voglia di partecipazione alla ricostruzione della nostra regione – riconosce il coordinatore regionale di An – e ci stiamo attivando per rispondere a tutti in tempi strettissimi.
Di Stefano questa mattina si è soffermato su un tema in particolare: l’inderogabilità di un immediato rilancio economico e finanziario della regione, lanciando una proposta nuova: “L’idea – ha spiegato – è quella di assegnare una nuova mission alla FIRA, facendo partecipare l'Abruzzo attraverso la Finanziaria Regionale alla costituenda Banca del Sud, come previsto dall’art. 6 Ter, comma terzo, lettera B del DL 112 approvato dal Parlamento a fine luglio. Agganciare l’Abruzzo allo strumento finanziario fortemente voluto dal governo Berlusconi, infatti, è una opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire. Così come risposte concrete andranno individuate per affrontare la crisi che attraversa il mondo agrario nella prospettiva della nuova PEC. Rimanendo in tema di ripresa del sistema socio-economico regionale, Di Stefano, facendo riferimento ai segnali di attenzione arrivati dal mondo culturale e accademico, ha ribadito la convinzione di come anche la cultura possa rappresentare uno dei volani della promozione del nostro territorio in Italia e nel mondo. A tal riguardo – ha riferito – abbiamo registrato la disponibilità di diversi esperti a lavorare insieme a noi a quella legge di riforma del settore che la Mura non è riuscita a concretizzare. Alfredo Castiglione, per An, seguirà la formazione del programma del PdL su questo e altri argomenti”.
E proprio alla luce dell’apporto di tante qualificate energie e, non ultimo, dell’appello lanciato dal Pontefice nei giorni scorsi affinché cresca una nuova generazione di politici cattolici – ha concluso il Sen. Di Stefano – ci siamo convinti che l’esperienza di Cantiere Abruzzo non si possa fermare il 30 novembre ma che si debba trasformare in una scuola di formazione politica aperta e permanente, rivolta in particolar modo ai giovani sino ai 35 anni che vorranno impegnarsi per il rinnovamento di una politica che sappia coniugare la prassi amministrativa con gli insegnamenti del rispetto della vita umana, della solidarietà, della convivenza pacifica e della dignità del lavoro che provengono dalla dottrina sociale della Chiesa.
Riguardo al mancato aumento delle tasse legate alla sanità abruzzese - chiosa infine Di Stefano - se si fosse verificata tale sciagurata ipotesi la responsabilità sarebbe stata del governo Berlusconi, adesso che è stata scongiurata il merito è dello stesso Paolini.”

11 settembre 2008

Cantiere Abruzzo farà "scuola"


«Piena adesione all’invito rivolto ai fedeli da Papa Benedetto XVI affinché cresca una nuova generazione di politici cattolici capaci di far coesistere l’impegno nelle istituzioni con la fedeltà al proprio credo», lo afferma il sen. Fabrizio Di Stefano, coordinatore regionale di An, da sempre attento ai principi della dottrina sociale della Chiesa e attivo interlocutore politico dei movimenti cattolici, come dimostra – ad esempio – la sua ultradecennale partecipazione al Meeting di Rimini.
A tal proposito, Di Stefano ha annunciato che Cantiere Abruzzo, il “pensatoio culturale” fondato lo scorso luglio, «darà vita a una scuola di formazione permanente rivolta in particolare ai giovani, ma non solo, che vorranno impegnarsi per il rinnovamento della politica: una palestra culturale in cui insegnare – come ha sostenuto monsignor Fisichella – l’importanza di coniugare la laicità dello Stato con il rispetto di posizioni basate su principi etici che non sono confessionali ma appartengono alla morale naturale».
«I corsi – precisa l’esponente di An – partiranno in inverno e avranno la loro conclusione in estate, saranno aperti al contributo di esperti conoscitori delle dinamiche politiche e delle prassi amministrative che spiegheranno come mettere a frutto nella quotidianità gli insegnamenti del rispetto della vita umana, della solidarietà, della convivenza pacifica, della dignità del lavoro che provengono dalla dottrina sociale della Chiesa».
«Oggi più che mai – conclude Di Stefano – di fronte al ripensamento di molti circa il ruolo del progresso e del mercato come unici arbitri delle società è necessario che la politica sappia riscoprire il senso della sobrietà e dei vincoli comunitari per arginare quella che Ratzinger ha definito una “corsa frenetica verso il nulla”, cioè quell’insaziabile consumismo economico e morale che rischia di depredare la Terra e svuotare le coscienze».

Le adesioni alla scuola, anche per svolgere il ruolo di docente, possono essere effettuate all’indirizzo email cantiereabruzzo@gmail.com o direttamente sul blog www.cantiereabruzzo.blogspot.com.

Riordino degli Enti Strumentali, una priorità per l'Abruzzo


Riordino degli Enti Strumentali - Cantiere Abruzzo ha creato un gruppo di lavoro per definire un progetto di legge regionale per il riordino degli Enti strumentali e delle società regionali. Sulla materia del riordino degli Enti sono stati presentati, nel corso della precedente legislatura, diversi progetti di legge, ma la maggioranza di centro-sinistra non ha ritenuto di procedere nel riordino della giungla di Enti regionali. Il progetto di riordino a cui sta lavorando Cantiere Abruzzo si pone l'obiettivo di ridurre i costi degli apparati politici e di riorganizzare gli enti sulla base di criteri di efficienza e di efficacia. Basti pensare che gli Enti e le Società partecipate e controllate dalla Regione Abruzzo dispongono di circa 250 sedi e uffici sul territorio regionale, e di oltre 3.500 addetti diretti e indiretti. Una selva clientelare cresciuta negli anni in maniera disordinata ed ora da riordinare, a partire dalla gestione dell'acqua e dei trasporti. E' importante sottolineare che non sono ridondanti soltanto i consigli di amministrazione ma esiste una questione ben più ampia di sovrabbondanza delle strutture manageriali: in diversi enti la giuntad centro sinistra ha nominato dirigenti senza particolari titoli e non sempre all'altezza dei compiti. Uno dei punti qualificanti del programma del Sen. Fabrizio Di Stefano è proprio la riforma degli enti regionali. Il sistema Regione deve essere disboscato e riformato: dobbiamo sopprimere gli enti inutili, semplificare le strutture, eliminare le duplicazioni, che portano a costi ormai insopportabili per la collettività. Certamente alcuni Enti sono inutili, nel senso che le rispettive competenze sono state assunte da strutture più recenti o attribuite a Comuni e Province. Esistono poi enti sovrabbondanti, come nel caso del settore dei trasporti (dove operano ben quattro Spa: Saga, Arpa, Gtm, Sangritana) che devono essere soggetti a drastici processi di razionalizzazione e di fusione. I tagli devono riguardare soltanto le strutture politiche, ovvero consiglieri di amministrazione e dirigenti a tempo determinato, e tutti i progetti presentati prevedono la salvaguardia integrale degli attuali livelli occupazionali, nonché dei diritti maturati dai singoli rispetto alla previdenza ed al trattamento pensionistico. Analoghi processi di riorganizzazione dovranno riguardare il settore dell'acqua, tanto elefantiaco nelle strutture quanto inefficace. Il progetto sarà definito entro qualche settimana e sarà pubblicato su Cantiere Abruzzo. Eventuali contributi sono graditi e possono essere inviati dai nostri lettori e simpatizzanti all'indirizzo del sito.


Gruppo di lavoro "Cantiere Abruzzo"